Una lunga passeggiata da Menton a Cap-Martin… un sentiero che corre lungo una scogliera ricca di vegetazione, selva di alberi d’alto fusto intercalati da macchia mediterranea, ville (poche) incantevoli, tra cui ammiriamo strabiliati una tra le più belle (e più care) ville del mondo; sotto di noi un mare cristallino che non ti aspetti e all’orizzonte Montecarlo. Troppo lontano per due modesti camminatori in relax. Decidiamo di fermarci a Roquebrune-Cap Martin, bella spiaggetta, un ristorantino intimo, molto ben arredato, in cui sentirsi chic in infradito è un sensazione del tutto naturale. Un mare ricco di sorprese, limpido, azzurro, in cui, per uno strano fenomeno, si passa istantaneamente, da temperature normali a ghiacciatissime… e non esagero! Un tizio ci spiega il motivo… in quel punto sfocia un fiume sotterraneo.. ecco il motivo di quel mix caldo-freddo e poco sale. Visto dal percorso che sovrasta la spiaggia in effetti si vede benissimo il punto in cui, da sotto le rocce, il fiume si impone sul mare… creando un vortice che quasi ipnotizza.
Forse sarà per questo che Le Corbusier era tanto affascinato dal posto… tanto da… lasciamo stare il lato tragico della faccenda.
E proprio continuando a percorrere la strada che dalla spiaggia porta in alto, ci siamo ritrovati davanti ad un caposaldo dell’architettura contemporanea, che Le Corbusier stesso amava descrivere con semplici e ironiche parole “Ho un castello sulla Costa. È grande dieci metri quadri”, Le Cabanon, un regalo d’amore per la sua Yvonne, una residenza estiva di dieci metri quadrati, un cubo in legno disegnato alla perfezione, in cui c’è tutto tranne la cucina, ma come diceva il grande maestro «A un uomo nudo in vacanza non serve molto più di un letto, servizi, un tetto e la vista del sole che risplende sul mare». E come dargli torto.
Un piccolo grande luogo ricco di fascino, che ci racconta con poco quanto grande sia il suo lavoro.
Accanto, un altro capanno, il suo atelier, il suo studio con finestrella vista mare ovviamente. E’ stato molto stimolante immaginarlo lì, a lavorare, disegnare, creare, … vivere!
Il tour continua con l’adiacente Unites de Camping, cinque unità da campeggio il cui allestimento riprende alcuni principi del Le Cabanon, spazi modulari e colori primari… ovviamente una vista da perdere il fiato.
E ancora, tra le due splendide architettura troviamo, purtroppo non visitabile, l’Etoile de mer, costruito nel 1948, rara testimonianza di quel periodo di ristorante popolare in prossimità del mare, in cui Le Corbusier insieme a sua moglie e i suoi amici consumava i sui pasti e godeva del panorama dalla bellissima terrazza.
E per finire non posso non parlare della villa che più di tutto caratterizza questo piccolo tesoro tra le rocce, una casa bianca che domina il mare. E’ la Villa E-1027, un capolavoro di modernismo della designer e architetto irlandese Eileen Gray all’interno del quale troviamo dei magnifici murales di Le Corbusier. Per anni abbandonata, usata come bersaglio dall’esercito tedesco, mezza distrutta da vandali, dal 2015 è stata rimessa in sesto e riaperta al pubblico.
Affascinate la sua storia e il suo nome, che conferiscono un carattere intimo e sensuale all’opera: La “Maison en Bord de Mer” fu costruita con e per Il suo amante e mentore, Jean Badovici, architetto e intellettuale di quindici anni più giovane di lei e le diede un nome in codice: E.1027. E sta per Eileen, 10 per la J di Jean (decima lettera dell’alfabeto), 2 è la B di Badovici, 7 la G di Gray.
E se non è amore questo!!